domenica 7 gennaio 2018

LE SPECIFICHE DEI CARATTERI ARTIFICIALI

Unità di misura tipografiche

La principale unità di misura utilizzata oggi in tipografia è il punto (point), che chiamiamo punto elettronico (Adobe lo chiama punto PostScript perché è stato introdotto per la prima volta dal linguaggio PostScript) per distinguerlo da altre unità  di misura di cui parliamo più sotto. Corrisponde esattamente a 1/72 di pollice, cioè a 0.3527 mm (il 7 finale è periodico). Si abbrevia con pt.
Dodici punti formano una riga (in americano pica, pron. pàica) che corrisponde dunque a 1/6 di pollice, cioè 4.23 mm (con il 3 periodico). Solitamente si abbrevia con p.
Prima della introduzione del desktop publishing (tipografia mediante personal computer, a partire dal 1987 circa) venivano utilizzate altre unità di misura tipografiche. Infatti il punto elettronico non è il classico punto tipografico cui sono (o erano) abituati i tipografi e i compositori tradizionali.
Nell’Europa continentale, e in particolare in Italia, il punto che veniva utilizzato tradizionalmente era il punto Didot, pari ad esattamente 0.376065 mm. Dodici punti Didot formano una riga tipografica, detta anche cicero. Le unità elettroniche sono dunque inferiori di circa il 6% rispetto a quelle tradizionali europee.
Negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, d’altra parte, il punto tradizionale (detto anche punto Pica) era pari ad esattamente 0.3514598 mm e dodici punti formavano una pica. Queste unità tradizionali britanniche avevano lo stesso nome delle unità elettroniche, ma altre misure. In pratica però, la differenza è così piccola (circa il 4 per mille) che queste unità (ormai scomparse) erano quasi equivalenti a quelle odierne elettroniche.

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